Carovilli

Con i suoi quasi 42 chilometri quadrati di superficie, Carovilli è il terzo comune per estensione (dopo Vastogirardi e San Pietro Avellana) della Riserva.

carovilli 380

Situato in un territorio prettamente montano, ha quote che vanno da un minimo di 698 m sul livello del mare (tra Rio di San Leo e Vallone Torbido) a un massimo di 1210 m (Monte Pian di Lago, lungo il confine con Roccasicura).

In area della Riserva confina con Pescolanciano (a Est), Roccasicura (a Ovest) e Vastogirardi (a Nord); al di fuori con Agnone (a Nord) e Miranda (a Sud).

I suoi abitanti, che si definiscono carovillesi, festeggiano il Santo Patrono (Santo Stefano del Lupo) il 19 luglio.

A Carovilli passano i tratturi Celano-Foggia (nella zona presso il confine con Vastogirardi) e Castel di Sangro-Lucera (nell’area compresa tra Roccasicura e Pescolanciano).

http://www.comune.carovilli.is.it

http://www.carovilli.eu

 

Valenze storiche e culturali

(per la cartografia si veda la sottosezione “Il paesaggio culturale” nella sezione “La Riserva”)

Per poter meglio inquadrare tali aspetti nell’arco temporale della presenza umana nel territorio dei diversi comuni, abbiamo pensato di suddividerli in tre macroepoche: “Preistoria”, “Età sannitica” e “Dal Medioevo al presente”.

Nell’ambito delle attività connesse al progetto di ampliamento sono state, inoltre, ricreate alcune schede descrittive delle valenze archeologiche, storico-artistiche, demoetnoantropologiche e architettoniche presenti nel territorio dei diversi comuni, sulla base di quelle presenti negli archivi della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, realizzate per l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. A tali schede si farà riferimento nel testo inserendo tra parentesi il numero corrispondente. La codifica che individua le schede realizzate per il comune di Carovilli è la lettera A seguita dalla numerazione progressiva.

Preistoria

Nel corso degli anni il territorio di questo comune ha restituito diverse migliaia di reperti definibili “fuori-contesto”, provenienti da recuperi di superficie in larga parte dovuti alle passeggiate archeologiche del Sig. Bruno Paglione.

L’area con la maggiore densità di ritrovamenti è la piana di San Mauro e di Fontecurelli, ai quali si aggiungono i reperti in ceramica, sporadici e più recenti, del complesso grotta-riparo di Cegni Ciffuni.

Un primo riordino delle cosiddette “industrie litiche” di Carovilli si deve a S. Grimaldi, che nel suo studio analizzò un campione di circa 900 reperti provenienti da San Mauro, per la gran parte riferibili al Paleolitico medio (120.000-36.000 anni fa), con rare tracce del Paleolitico superiore (36.000-10.000 anni fa) e isolati elementi più antichi (tra cui due bifacciali). Tutti gli studi sino ad oggi condotti indicano, per l’area di S. Mauro, un’intensa antropizzazione durante il Paleolitico medio, considerato che il 90% dell’industria litica analizzata (che comprende circa 2700 elementi) è attribuibile a tale epoca e che si evidenzia il predominio della tecnica Levallois.

Schegge CarovilliAnche l’area di Fontecurelli è stata interessata da frequentazioni nel corso del Paleolitico e come per San Mauro, a fronte di rade tracce riferibili al Paleolitico superiore-Neolitico (una decina tra lame e nuclei), la gran parte dell’insieme litico qui rinvenuto (137 manufatti) è da attribuire a prodotti Levallois. Si segnala anche la presenza, nell’insieme, di due bifacciali, ambedue confezionati su lastrine di selce brecciata di provenienza locale.

Le schede per i reperti provenienti dalla “località S. Mauro” sono 20 (9 schegge, 5 nuclei e 6 lamelle di selce).

Età sannitica

Sulle pendici di Monte Ferrante è possibile ritrovare tratti di una fortificazione sannitica databile al VI-V secolo a.C. e resti di un tempio di epoca successiva Monte Ferrante mura(III-I secolo a.C.). L’area è censita come “area archeologica” nella Carta dei beni culturali realizzata dal Dipartimento Interateneo di Pianificazione Territoriale e Urbanistica della "Sapienza" Università di Roma per la Regione Molise nel 2009, alla voce “beni di interesse storico-archeologico” (il riferimento normativo è al Piano Paesistico adottato dalla Giunta Regionale del Molise con deliberazione n. 1934 del 18 marzo 1991).

La fortificazione costituisce il terzo sito di interesse di un itinerario indicato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise come “Vie del sacro”, iniziato al santuario-tempio di Pietrabbondante, passato per l’area sacra in località Sant’Angelo di Vastogirardi e che prosegue poi verso le mura poligonali di Santa Maria dei Vignali a Pescolanciano.

Tratti di cinta fortificata si trovano anche sulla cima di Monte Ingotta.

In località Fonte Cianella, è stato scoperto un insediamento produttivo databile al III-II secolo a.C. e abbandonato a causa di un incendio distruttivo tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C.

Dal Medioevo al presente

Del castello facente parte di un insediamento fortificato risalente all’XI secolo rimane oggi solo il toponimo “Via la Torre” e poche porzioni di mura inglobate nelle costruzioni di epoche successive.

Acquasantiera - CarovilliIn piazza Municipio è visibile la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (scheda A005), contraddistinta da monofore e copertura a cuspide. La facciata con timpano presenta tre portali di cui quello centrale è sormontato da una lunetta e affiancato da una torre campanaria con conci a vista, divisa in tre ordini da cornici a marcapiano. L'interno è a tre navate divise da pilastri, la cupola ellittica al centro del transetto dipinta a monocromo rappresenta gli apostoli con i quattro evangelisti. La sistemazione odierna corrisponde al XIX secolo, ma un'epigrafe in essa contenuta segnala il 1729 come anno di apertura della chiesa al culto. All'interno la chiesa conserva un'acquasantiera del XVI secolo (scheda A001), creata da botteghe molisane, che trova numerosi riscontri stilistici con altre acquasantiere diffuse in Molise. A base quadrangolare, presenta nella parte inferiore volute stilizzate ripetute su tutta la superficie concava. Il rocchio centrale dello stelo presenta un motivo a foglie d'acanto; la coppa è decorata con immagini di cherubini Altare - Carovilliche formano un festone con le ali. All'interno del catino è visibile il particolare a rilievo di un serpente dal pinnato sulla coda, nell'atto di uscire nell'attacco della testa dalla vasca. L'animale, che notoriamente evoca la figura di Satana, si trova stranamente all'interno di uno strumento finalizzato a conservare l'elemento liturgico atto a schiacciarlo. Si tratta verosimilmente di una rappresentazione allegorica del bene e del male. Sui gradini in pietra della mensa si eleva il dossale in stucco ove sorgeva la tela della Madonna del Purgatorio. Di fondamentale interesse all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta è il fonte battesimale del 1622 (scheda A002), a base quadrangolare con specchi concavi delimitati da motivi a volute. Esso, inoltre, presenta una copertura lignea del 1737 dedicata alla Vergine (scheda A003). L’altare (scheda A006), databile al XVII secolo, e il fonte battesimale costituiscono le uniche presenze seicentesche all’interno dell’edificio, come attestato nell’epigrafe.

Nella stessa piazza, oltre alla chiesa parrocchiale e al campanile, è visibile un’altra torre campanaria (scheda A007) di proprietàTorre campanaria - Carovilli dell’ente comunale (detta anche torre dell’orologio); su di essa è presente un’iscrizione a lettere capitali.

La cosiddetta Fontana di Bacco è una realizzazione in ghisa della fonderia francese altomarnese “Val d'Osne”, famosa dalla fine del Palazzo Municipio - Carovillisecolo XIX per le sue riproduzioni su larga scala di opere d’arte di scultori francesi famosi. In particolare, in questo caso si tratta di una riproduzione dell’opera in marmo L’Automne di Mathurin Moreau del 1866, presente nei cataloghi della fonderia già dal 1867.

A chiudere le evidenze storico-artistiche di quest’area è il palazzo del Municipio (scheda A009), edificio a pianta rettangolare, bugnato ad angolo e con quattro ingressi al pianoterra ad arco a tutto sesto.

Al pian terreno del palazzo del Municipio vi è la sede della Società Operaia di mutuo Carovilli Soc Operaiasoccorso di Carovilli, costituita il 9 gennaio 1887 con lo scopo di migliorare le condizioni generali degli operai di Carovilli e Castiglione, allora privi di strutture sociali capaci di garantire le esigenze minime dei lavoratori, per lungimiranza dei suoi amministratori, che hanno saputo introdurre valori e principi etici fondamentali (come quelli che si leggono sulla sua bandiera: Fratellanza, Onestà, Lavoro).

Su piazza municipio si affaccia anche un’abitazione privata che rappresenta l’ex dimora di Carovilli del Duca d’Alessandro (scheda A011).

Poco distante dalla chiesa parrocchiale è sita la Confraternita del Santissimo Carmelo (scheda A010), edificio a pianta quadrangolare, paraste con capitelli in pietra visibili agli angoli della facciata; sul portale cornice a mezza luna, doppio rosone e coppi in laterizio. Chiesa Madonna delle Grazie - Carovilli

Altra Confraternita è quella del Santissimo Rosario, Sant'Antonio e San Domenico costituita e approvata con regio decreto del 1844 da Ferdinando di Borbone come ente ecclesiastico civilmente riconosciuto e non avente scopo di lucro. Ha la sua sede a in Via Agricola 21, nel locale popolarmente chiamato "fondaco", nome che evoca quello dei locali dove nel XVIII secolo si ammassavano i cereali.

In via delle Grazie troviamo la chiesa della Madonna delle Grazie (scheda A008), edificio a pianta rettangolare e pietra squadrata all’interno del quale è visibile un solaio in legno affrescato, e una abitazione con tre livelli datata al 1836 (scheda A010).

A qualche chilometro da Carovilli vi è la frazione Castiglione che, come lascia trasparire il nome, vanta un’antica origine perché il suo feudo è elencato tra quelli che appartenevano a Berardo di Calvello sotto il nome di Chiesa di San Nicola presso Castiglione - CarovilliCastelionem (XII secolo). L’abitato si trova a nord-est di un colle sul quale era originariamente posizionato l’apparato difensivo del nucleo più antico. Al vertice del colle si conservano resti delle mura perimetrali a scarpa di un piccolo fortilizio allungato in direzione nord-sud, direttamente impostato sul banco di roccia sottostante. All’interno, nel XVIII secolo venne costruita una chiesa (la data 1720 è riportata in una iscrizione sul lato occidentale del campanile). L’abitato fu definitivamente abbandonato, secondo la tradizione popolare, dopo la peste del 1656 e rappresenta, con i ruderi della sua antica chiesa di San Nicola, un punto di riferimento paesistico per chi attraversi il territorio comunale. Databile al XIII secolo è la chiesa di San Nicola di Bari, patrono della frazione. Un po’ fuori dall’abitato è situata la cosiddetta chiesa sul colle (detta anche chiesa Ammond, databile al XIV secolo), che ospita una statua lignea di San Nicola del XVII secolo.

La Chiesa di San Domenico, con croce stazionaria, è situata lungo il tratturello (ormai scomparso) che collegava i tratturi Castel di Sangro-Lucera (a sud) e Celano-Foggia (a nord).

A circa un chilometro e mezzo dal tratturo Castel di Sangro-Lucera in prossimità di Masseria Fischietto, si trovava il convento di San Pietro del Tasso (X-XII secolo) fondato dai Benedettini provenienti dalla vicina abbazia di Castel San Vincenzo. Le uniche testimonianze rimaste sono un frammento di croce lapidea e i toponimi “Fonte conventino”, “San Pietro” e “Vallone S. Pietro” presenti sulla cartografia IGM 1:25.000.

 

Il Convento di San Pietro del Tasso (o Casso)San Pietro del Tasso - Carovilli

Dopo la caduta dell'Impero romano, il Monachesimo Benedettino favorì con la regola dell'Ora et labora la lenta rinascita delle istituzioni civili, avvalendosi anche dell'opera dei Longobardi giunti in terre desolate. Il primo documento della presenza dei Benedettini fondatori del Convento di San Pietro del Tasso (o Casso) nel feudo di Pesclum Corvarum (Pescocorvaro) appare in un privilegio di Papa Zaccaria (741-752), il quale concesse il Feudo alla Badia di Montecassino, concessione riportata in un altro documento di Montecassino del 977 e in una Bolla di Papa Gregorio IX (1170-1241). Il Convento era chiamato di San Pietro Apostolo e l'abate che lo diresse si chiamava Pietro, e fu il testimone della concessione avvenuta nel 1068 da parte dei Conti Borrello di Pietrabbondante a favore del Monastero di Cassino. Un altro Abate, Bartolomeo, incontrò il Vescovo di Larino, Mons. Roberto, per definire i diritti del Monastero di Carovilli in un atto del 5 gennaio 1226. Il Monastero fu qualificato con l'attributo di "notevole".
Il protettore del Paese di Carovilli è Santo Stefano del Lupo, monaco Benedettino, che fu educato nel Convento di San Pietro del Tasso. In una pergamena del 1353 compare il nome di San Pietro del Casso, dal quale deriva Cassero, cioè Castello, trasformato poi, non si sa perché, in Tasso.
Di questo glorioso monastero non è rimasto quasi nulla. C'è solo un frammento bifacciale di una croce lapidea di origine medioevale che presenta da un lato il Cristo rivolto vestro destra in direzione della Madonna e, sul rovescio, l'immagine di San Benedetto da Norcia.

Fonte bibliografica: A. e S. Carano, Carovilli. Profilo storico ed etnico, 2002.

Approfondimento a cura di: Andrea Di Girolamo

 

Per quanto riguarda le strutture esterne agli abitati veri e propri, il termine masseria, dal latino arcaico “massa”, era solito contraddistinguere la strutturaMasserie presso Castiglione  - Carovilli organizzativa dei fondi rustici intesi come estensioni più o meno vaste di terreno impiegato per il pascolo degli armenti, come terre seminative, oliveti, vigneti, e munite solitamente di ricoveri in muratura. Il significato utilizzato nella nostra cartografia, e impiegato anche dall’Istituto Geografico Militare (IGM) sulle Tavolette 1:25.000, è, invece, l’accezione più moderna: un edificio rustico a servizio delle attività agricole, all’allevamento del bestiame, al deposito di attrezzi e spesso adibito anche ad abitazione. In seguito ai cambiamenti culturali della prima metà del 1900, in particolare la meccanizzazione delle attività agricole, molte masserie “storiche” si trovano oggi in uno stato di quasi totale abbandono (se non come veri e propri ruderi) e quelle ancora utilizzate sopravvivono soltanto laddove sono presenti forme di allevamento tradizionali o gli edifici stessi sono stati oggetto di interventi di riqualificazione.

 

Tradizioni

Ogni anno, la penultima domenica di agosto si celebra la festa della trebbiatura con l’aiuto dei cavalli (Tresca), i quali, calpestando le fascine, permettono di separare il grano dalla paglia e dalla pula.

La Tresca - Carovilli - 1000

 

Per approfondire:

AA. VV., 2011 - Molise in viaggio. Le guide di Altri itinerari. Volturnia Edizioni, Cerro al Volturno (IS).
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Di Rocco G., 2009 - Castelli e borghi murati della contea di Molise (secoli X-XIV). Quaderni di Archeologia medievale, 10. Edizioni All'insegna del Giglio sas, Firenze.
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Soprintendenza per i beni Archeologici del Molise, 2011 - Il Molise tra memoria del passato e innovazione. Nuove scoperte archeologiche lungo i metanodotti. Archeores s.r.l.
Valente F., 2003 - Luoghi antichi della provincia di Isernia. Edizioni Enne, Campobasso.

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